Nonno Giuseppe, capostipite dei fiorai Trentin di Pordenone aveva origini padovane, era nato nel 1858, ed aveva imparato il mestiere guardando ai nomi prestigiosi di allora, come i Fantin di Venezia e i Mazzuccato di Padova.
Aveva iniziato a smerciare fiori, dopo averli coltivati nel suo giardino, fino a divenire fornitore ufficiale di casa Wollemborg di Loreggia (Leone era senatore del Regno) molto vicina alla Casa Reale italiana. Dopo un’esperienza realizzata a Castelfranco Veneto Giuseppe decise di spostarsi a Pordenone.
Era il 1912 e due anni dopo apriva un’attività nella quale già da subito non avrebbe avuto rivali. Nessuno, infatti, fino ad allora aveva pensato che i romantici, pallidi e caduchi fiori potessero offrire un “business”. Lui, invece, aveva avuto l’intuizione giusta, ma soprattutto aveva creduto nella sua grande passione per i fiori.
A Pordenone il suo primo vivaio sorse in via Mazzini e nel 1929 aprì un negozio in Contrada Maggiore, ma già dal 1921 l’azienda poteva fregiarsi dello Stemma Reale affisso sull’insegna pubblicitaria ed esibita in questo modo fino alla seconda Guerra Mondiale. Dopo l’evento bellico l’attività riprese intensa, oltre al negozio di Pordenone si doveva seguire anche quello di Portogruaro unitamente all’attività vivaistica (fino a servire anche comuni vicino a Venezia), un’attività tuttora fiorente.
Giuseppe amava così tanto i fiori da aver dato ai propri figli altrettanti nomi spesso singolari come Vaniglia, Amarilli, Tuberosa.
La zia Tuberosa, come ricorda oggi Mario, nipote del fondatore e figlio di Gino Trentin, parlando del nonno e della propria infanzia trascorsa in questo suo lavoro di “fioraio” che gli ha insegnato oltre a tante altre cose la tolleranza e la benevolenza.
E’ ormai quasi un secolo (mancano solo nove anni alla fatidica data del 2014) che i Trentin “lo dicono con un fiore” come recita il detto. E ci sono riusciti così bene da diventare molto popolari in città ed in provincia, tanto da uniformare le generazioni e non far distinzione, se vogliamo, fra il capostipite e gli altri che sono seguiti dopo di lui. Loro sono i Trentin e basta.
Oggi l’attività dei Trentin si svolge con la realizzazione di un nuovo garden con lo stesso attaccamento, competenza ed amore delle origini. Sotto questo aspetto nulla è cambiato, nemmeno per Alessandro, figlio di Mario che con la moglie Paola è il nuovo depositario di un “passaparola” attendibile in ogni senso nel custodire e far crescere un’immagine ormai storica.
Sull’onda dei ricordi Mario racconta i tempo della gloriosa “Veglia dei Fiori” di Pordenone che anche le nuove generazioni e non solo locali ricordano almeno per sentito dire.
E il gusto, com’è cambiato? Mario sorride bonariamente precisando che il gusto oggi subisce molto il fascino dello “strano” anche nel campo floreale, pur se nei decenni la professionalità di chi lavora in questo settore è molto migliorata, come esigono i tempi moderni.
La migliore immagine dei Trentin corrisponde a precise caratteristiche come la serietà che vuole i fiori da smerciare sempre freschi privilegiando alla confezione artificiosa(che puo’ nascondere certi “difetti”) la vera bellezza naturale che essi offrono. A questo va aggiunto il prezzo giusto e il gioco è fatto. La qualità non è apparenza, ecco il segreto del loro successo.
Tutte le cose bisogna, insomma, conquistarle e qui ritorna “l’anima antica” dei Trentin, sempre attraverso le parole di Mario che alla passione per i fiori aggiunge quella per la musica. Ma non poteva essere che cosi’quando la natura trasmette delle emozioni in stretta relazione a quelle trasmesse da una composizione musicale.